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Riapre Palazzo Verbania a Luino: Piero Chiara e Vittorio Sereni protagonisti
Staff
10 Maggio 2019
Con soddisfazione ed emozione riceviamo e ripubblichiamo la notizia dell’ormai imminente riapertura di Palazzo Verbania a Luino.
L’atteso appuntamento è per sabato 18 maggio alle ore 18:00. Al ricco e poliedrico evento pubblico che saluterà l’occasione (cliccare qui per leggere e scaricare il programma in PDF) presenzieranno autorità e sponsor pubblici e privati. Confidiamo che anche il nostro affezionato pubblico vorrà presenziarvi!
Cenni storici
L’antico e prestigioso edificio liberty, affacciato sul Lago Maggiore, venne progettato nel 1904 sotto la supervisione dell’architetto e ingegnere luinese Giuseppe Petrolo (1872-1953), con funzione di bar, ristorante e locale pubblico per concerti, feste da ballo, riunioni e conferenze. Il costruttore seppe istituire un dialogo col paesaggio, modellando i volumi per creare come una cascata di terrazze verso il panorama: sul tetto, a metà del fabbricato, a sbalzo sull’acqua. Disegnò con mano sicura cerchi scuri attorno alle finestre come fossero palloni aerostatici. Forgiò i ferri in curve sinuose. Inarcò i muri per godere della migliore vista sul lago dal salone principale e per aumentarne l’illuminazione
Il Kursaal (com’era inizialmente chiamato) divenne il centro della vita sociale del borgo allora in piena espansione: nel marzo 1913 un sodale di Filippo Marinetti (il siciliano Gesualdo Manzella Frontini) vi tenne una conferenza sul Futurismo.
Oltre un decennio dopo, cambiato il gusto e necessitando di camere per divenire albergo col nome di Verbania, lo stesso architetto ampliò l’edificio, lasciando sopravvivere dettagli di puro liberty, e soprattutto mantenendo inalterata la successione dei belvedere e le grandi finestre aperte al lago. Quelle vetrate, faro di una modernità ricercata, furono forse avvistate dal protagonista di Addio alle armi di Ernest Hemingway, durante la fuga in barca verso la Svizzera, una notte della Prima Guerra Mondiale: «[…] il lago si allargò e sulla riva opposta ai piedi delle montagne vedemmo qualche luce che doveva essere di Luino». Vittorio Sereni, che diede seguito a questa versione dei fatti, se ne giovò per legare i suoi versi più famosi dedicati a Luino (sotto il titolo di Terrazza) al Kursaal. Piero Chiara ne fece il palcoscenico per innumerevoli pagine dedicate alla vita in provincia e divenute parte del patrimonio collettivo letterario italiano: alcune scene dei film tratte dalle sue opere hanno inoltre trovato nel palazzo la loro location ideale.
Nel 1971 l’albergo cessò l’attività. Fu l’inizio di una nuova vita. Nel 1975 vi fu allestita una mostra dedicata a Bernardino Luini (1481 ca.-1532), il pittore ‘leonardesco’ nativo delle valli sopra Luino, così famoso nel XIX sec. che la Regina Vittoria, in vacanza a Baveno nel 1879, avrebbe voluto metter piede a Luino solo per visitare il presunto paese natio di quel maestro del quale non avrebbe disdegnato possedere qualche capolavoro. Da quella mostra, il palazzo assurse al rango di civico centro di cultura (biblioteca, incontri, mostre e museo).
La sua completa valorizzazione ha potuto però aver luogo solo allorché il palazzo è passato dal demanio al Comune di Luino, che col supporto di enti quali Fondazione Cariplo e Regione Lombardia è riuscito ad avviarne i lavori di recupero e ristrutturazione, diretti dall’architetto Patrizia Buzzi.
Lavori che non hanno lesinato sorprese: negli ambienti interni sono state infatti scoperte alcune antiche e pregevoli decorazioni pittoriche a tema floreale, rimaste nascoste per molti anni da controsoffitti e perlinature.
Terminati i lavori di restauro conservativo, ha preso il via l’intervento di riqualificazione della struttura, che ha previsto il mantenimento degli spazi espositivi al piano terreno e il ripristino della sala conferenze; al primo piano è stato ricavato un luogo di ristorazione e caffetteria in grado di valorizzare il terrazzo. L’intervento di riqualificazione ha inoltre riguardato anche il parco circostante.
Gli archivi Chiara e Sereni
Ciò che ci compiace e ci onora maggiormente è che, al secondo piano, troveranno inoltre la loro collocazione gli archivi di Piero Chiara e Vittorio Sereni; due uomini di lettere e cultura diversi, ma che furono uniti in vita oltre che dalla comune origine luinese, anche da un proficuo rapporto professionale e da una sincera amicizia. Adesso il loro corposo lascito documentale potrà essere valorizzato e ancor meglio conosciuto, in una sede di indubitabile prestigio.
Ecco dunque di che si tratta:
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- Il Fondo Piero Chiara di Luino (come spiegato dalla storica Francesca Boldrini Cattaneo, sua grande conoscitrice e artefice della prima catalogazione ragionata) fu costituito nel maggio del 1999 con l’acquisto da parte del Comune di Luino dell’Archivio privato Piero Chiara, appartenente al figlio Marco Chiara. Tale fondo è composto da stesure manoscritte e dattiloscritte, con correzioni e varianti, dalla prima redazione alla versione definitiva, dei romanzi e di numerosi racconti, delle sceneggiature di alcuni romanzi e di qualche racconto, trasposti, nel tempo, in film o sceneggiati televisivi. Ogni opera è corredata da un ricco materiale preparatorio consistente in appunti, ritagli di giornali con informazioni concernenti gli argomenti da trattare, dati bibliografici, schede informative, lettere, documentazione iconografica. Sono inoltre presenti saggi (su G. Casanova, G. D’Annunzio, A. Manzoni, C. Porta etc.), introduzioni, presentazioni e recensioni di libri (D. Buzzati, L. Erba, G. P. Bona, A. Moravia, U. Saba, L. Sciascia, G. Zoppi, etc.), reportages (Viaggio in Spagna e in Portogallo), approfondimenti giornalistici, progetti di nuove opere, presentazioni di cataloghi e mostre d’arte (G. Carnovali, S. Dalì, A. e V. Frattini, F. Gentilini, R. Guttuso, V. Tavernari, G. Viviani, etc.), copie di quotidiani italiani ed elvetici con cui Chiara collaborava («Giornale del Popolo», «Illustrazione Ticinese», «Il Quotidiano», «L’Italia», «La Prealpina»).
- L’archivio Sereni (sito ufficiale www.archiviovittoriosereni.it) comprende quaderni di poesie, prose e traduzioni, fascicoli contenenti autografi, manoscritti o dattiloscritti, bozze di stampa con annotazioni e varianti, fogli inediti e testi critici, documenti riguardanti le fasi di elaborazione di tutti i testi creativi, oltre a pareri editoriali. Senza dimenticare traduzioni di importanti autori e l’intera corrispondenza personale, circa 6mila lettere in totale, con Anceschi, Betocchi, Caproni, Caretti, Char, Fortini, Luzi, Montale, Quasimodo, Moretti, Parroncini, Pasolini, Pratolini, Saba, Ungaretti e Vittorini. Il tutto, attualmente conservato presso la sede della Biblioteca Comunale di Luino a Villa Hüssy, comprende il Fondo Sereni e il Fondo Mondadori, ai quali si è aggiunta, con l’acquisizione definitiva del novembre 2007, la biblioteca personale del poeta. Il Fondo Sereni (già noto come APS Archivio Privato Sereni) costituisce il nucleo principale e originario dell’Archivio e, prima di essere acquisito dal Comune di Luino, è stato a lungo conservato in casa Sereni, in via Paravia 37 a Milano. Negli anni successivi alla morte del poeta nel febbraio del 1983, la moglie Luisa e la figlia Maria Teresa si dedicarono a una laboriosa opera di recupero e riordino delle carte di Vittorio Sereni, che si presentavano allora in uno stato di notevole disordine, con quaderni e fogli mescolati o riuniti in fascicoli e faldoni privi di coerenti criteri di ordinamento e senza distinzione tra testi poetici, prosastici e critici. Di questo paziente lavoro fanno parte anche le annotazioni lasciate da moglie e figlia riguardo alla cronologia e alle circostanze di genesi dei testi e i precisi riferimenti alle persone citate o alluse. Una provvisoria schedatura del materiale così riordinato fu realizzata nel 1995 da Dante Isella, in occasione della sua edizione citica delle poesie di Sereni e questa classificazione nella sua fisionomia generale è poi rimasta nella configurazione dell’archivio e nei successiv lavori di catalogazione. Il 10 dicembre 1998 il fondo è stato acquisito dal comune di Luino e dalla Regione Lombardia ed è stato collocato presso la Biblioteca Comunale di Luino. Nel 2002-2004 il fondo si è ulteriormente arricchito grazie alla donazione da parte degli eredi di Sereni di 37 libri d’arte con opere originali di vari artisti, accompagnate da scritti dell’autore e nel 2005, la famiglia Sereni donò tutti i materiali restanti ancora in suo possesso: documenti personali, documentazione relativa a contratti editoriali e premi letterari, pubblicazioni di Sereni e di altri in estratti o periodici, materiali letterari inviati da altri autori, carte e pubblicazioni rimaste nella casa di vacanza, cartoline illustrate indirizzate all’autore dai familiari. Ora inoltre tutto questo sarà totalmente digitalizzato, con un lavoro di ricerca e acquisizione delle opere che permetterà di proteggere e mantenere viva una ricchezza che ancora oggi è oggetto di studi in tutta Italia così come all’estero.