L’Associazione AMICI DI PIERO CHIARA con il contributo di Regione Lombardia e con il patrocinio e il sostegno di Repubblica e Cantone Ticino, Regio Insubrica, Provincia di Varese, Comune di Varese, Comune di Luino, Camera di Commercio di Varese, Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus, ha indetto la XXXI edizione del Premio Chiara.
Erano ammesse a concorrere raccolte di racconti in lingua italiana edite in Italia e nella Svizzera italiana, tra il 1 maggio 2018 ed il 30 aprile 2019. Le raccolte dovevano contenere racconti tutti scritti da un solo autore: non potevano partecipare antologie collettanee scritte a più mani.
Gli editori e gli autori che intendevano partecipare al Premio Chiara 2019 dovevano far pervenire al più presto (non oltre l’8 maggio 2019) 13 copie del libro alla segreteria del Premio, al seguente indirizzo:
Associazione Amici di Piero Chiara,
Viale Belforte 45, 21100 Varese
unitamente alla scheda di partecipazione debitamente compilata, scaricabile al link seguente. La consegna del materiale doveva avvenire tassativamente in orario d’ufficio: da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 14.30.
Lo spoglio delle schede inviate dai 150 giurati popolari italiani e ticinesi, condotto in diretta dal notaio durante la Manifestazione Finale di domenica 27 ottobre (guarda le foto), ha visto un emozionante sfida testa-a-testa, infine risoltasi in favore di Marta Morazzoni e Il dono di Arianna, edita da Guanda.
La stessa Morazzoni ha inoltre vinto il Premio Giuria della Stampa, per il quale ha ricevuto un’opera scultorea di Luca Lischetti, insigne artista varesino.
Tra le opere pervenute, un’apposita Giuria letteraria, presieduta da Romano Oldrini e composta da Vittorio Colombo, Luca Crovi, Robertino Ghiringhelli, Maurizio Lucchi, Francesca Manfredi, Luigi Mascheroni, Mauro Novelli, Ermanno Paccagnini, Luca Saltini, Stefano Vassere e Andrea Vitali ha selezionato, per la seconda volta nella storia del Premio Chiara (l’unico precedente fu nel 2000), una terna finalista composta da sole donne:
Sinossi | Protagonisti di queste storie sono i bambini. Bambini felici e bambini che non lo sono stati, abusati dagli adulti per troppo amore, come la piccola figlia di Byron, o per troppo odio, come i bambini rapiti, gli scomparsi, gli interrotti. Bambini coraggiosi, che evocano mostri come lo Striglio per combattere ingiustizie, e bambine immaginifiche che hanno tanto letto da poter domare “Le tigri di Mompracem” e trascorrere il pomeriggio con Heathcliff a “Cime tempestose”. In questi racconti c’è l’infanzia per la quale la vita è un’avventura che non deve per forza finire bene o un viaggio che non sempre contempla il ritorno. |
L’autrice | Milano, 1962. Editor, autrice di opere per l’infanzia e stimata traduttrice (tra gli altri, si è occupata della traduzione di diversi volumi della saga di Harry Potter di J.K. Rowling). Nel 2010 Bambini nel bosco, edito da Fanucci, è stato selezionato al Premio Strega, mentre con Tentativi di botanica degli affetti, di Bompiani, ha vinto il Premio Selezione Campiello, il Premio Alessandro Manzoni e il Premio Viadana nel 2013. Le sue opere sono tradotte in venti paesi. Si è aggiudicata più volte il Premio Andersen – Il mondo dell’infanzia, sia come autrice che come traduttrice. |
Sinossi | Famiglie, coppie in crisi, omicidi e amici: storie di verità taciute che assumono, senza volerlo, le sembianze di una bugia. Tradimenti e paure alimentati da vecchi rancori o da accadimenti fortuiti, fraintendimenti e rimpianti serbati per anni che arrivano improvvisi a scompaginare le carte, a scrivere da capo un inizio o una fine, mandando all’aria ogni morale. Irregolari e spiazzanti, quasi si muovessero al ritmo di un’improvvisazione jazz, diversissimi eppure legati nel profondo, i Racconti e interludi di Laura Morante si spalancano come finestre spazzate da venti umorali su un mondo di relazioni e affetti, attraversato da una quotidiana violenza, piccola o grande. |
L’autrice | Inizia la sua carriera da giovanissima, prima nella danza con la compagnia di Patrizia Cerroni, poi in teatro con Carmelo Bene, al cinema con Giuseppe e Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti, Mario Monicelli, Gianni Amelio, Pupi Avati, Peter Del Monte. Nel corso degli anni si cimenta con il cinema italiano e straniero, lavorando con autori di grande prestigio come Monteiro, Malkovich, Tanner, Vecchiali e Resnais. Forte di premi e riconoscimenti per la sua carriera di attrice, nel 2012 esce Ciliegine, il suo primo film come regista (Globo d’oro come Regista rivelazione). Nel 2016 firma la sua seconda regia con il film Assolo. Brividi immorali è il suo esordio letterario. |
Sinossi | Come avvicinare oggi i miti greci? Marta Morazzoni entra quasi di soppiatto, da una porta socchiusa, nella sala delle divinità e degli eroi di quel mondo che la letteratura ha già a lungo percorso. E lo fa in libertà, rileggendo e modificando le linee del racconto. Nelle pagine di queste storie, dove compaiono tra gli altri Clitemnestra e Agamennone, Teseo, la bella Elena con la sua corte di sciagure, Alcinoo e Nausicaa, o un giovane molto simile a Edipo, non c’è un’aderenza rigorosa alla tradizione classica, ma nemmeno un’intenzione trasgressiva. Più semplicemente, da quella mitologia, con cui l’autrice ha confidenza fin da bambina, è sgorgata una vena narrativa senza schemi, ma con radici ben piantate nella terra ellenica. |
L’autrice | Nata a Milano, ha insegnato lettere in una scuola superiore. Laureata in filosofia con Remo Cantoni alla Statale di Milano, ha tenuto rubriche di critica teatrale su riviste specializzate. Il suo primo libro, i racconti de La ragazza col turbante (1986), ha ottenuto uno straordinario successo critico sia in Italia sia all’estero, dove è stato tradotto in nove lingue. Analogo consenso hanno ricevuto anche i tre volumi successivi: L’invenzione della verità (1988, premio Campiello), Casa materna (1992, premio selezione Campiello) e L’estuario (1996). Ha pubblicato poi Il caso Courrier, Una lezione di stile e Un incontro inatteso per il consigliere Goethe, Trentasette libri e un cane, Lezioni svizzere. Nel 2014 per Guanda esce il libro-inchiesta Il fuoco di Jeanne, sulla storia di Giovanna d’Arco. Nel 2018 è stata premiata con il Premio Fondazione Campiello alla carriera. |
La parola è quindi passata alla Giuria dei Lettori, composta da 150 soggetti, italiani e della Svizzera italiana, designati dagli Enti pubblici e privati che sostengono l’iniziativa, tra i Gruppi di Lettura e i lettori delle Biblioteche della Lombardia e del Canton Ticino, tra i giornalisti del territorio insubre e tra i soci degli Amici di Piero Chiara. Ciascun giurato ha ricevuto gratuitamente i volumi finalisti unitamente alle schede di voto: le preferenze di tale giuria hanno determinato il vincitore del Premio Chiara 2019.
Sempre la Giuria letteraria ha indicato, tra le opere non giunte in finale, un segnalato di un autore felice interprete del territorio insubre. Viene pertanto selezionato:
con la seguente motivazione:
“Canta-autore di grande talento, capace di tratteggiare con maestria luoghi e persone tra neorealismo e visioni oniriche.”
Sinossi | Quindici storie dove sfilano protagonisti imprevedibili e nostalgici, paesaggi poetici e fantasmagorici, vicende romantiche e ribelli. Un viaggio sulle tracce di un fantomatico ladro di foglie, inseguendo un improbabile lestofante che immagina di poter rubare la magia che si nasconde nelle nervature di una giornata qualunque. Ma chi può sottrarre impunemente alla terra e agli uomini figure e pensieri, colori e parole, forme e silenzi? Chi è il ladro di foglie? Il colpevole appartiene alla consorteria primordiale dei Quattro Elementi – Fuoco, Aria, Acqua e Terra – e il suo nome è Vento. Quel vento che soffia, spinge, sibila e batte; che gonfia i propri muscoli e cazzotta il mondo. |
L’autore | Cantautore e scrittore, è una delle voci più originali della scena musical-letteraria italiana. Il suo pseudonimo è un gioco di parole: il suono restituisce in dialetto laghèe l’espressione “vanno di frodo”. Ha vinto due Premi Tenco. Tra gli album si ricordano: Brèva e Tivàn, Pica, E sémm partíi e Yanez; tra i libri: Le parole sognate dai pesci, Il mio nome è Herbert Fanucci e la raccolta di prose poetiche Taccuino d’ombre. |